Emozioni e pensieri: come affrontarli con il coaching

Emozioni e pensieri come affrontarli con il coaching

Emozioni e pensieri: come affrontarli con il coaching

Come affrontare emozioni e pensieri con il coaching


Le emozioni e i pensieri sono due elementi intrinsecamente legati della nostra esperienza umana e con il coaching è possibile affrontarli per non venire sopraffatti da quelli che provocano dispiacere e sofferenza.

Emozioni e pensieri influenzano reciprocamente il nostro modo di vivere e di relazionarci con il mondo, e per questo è importante imparare a riconoscerli, comprenderli e affrontarli.

Arcobaleno di colori in un vortice

Emozioni: tipologie e interazioni con i pensieri

Le emozioni, semplificando, possono essere classificate in due categorie principali:

  1. quelle che ci fanno sentire bene, come la gioia, la gratitudine, la fiducia e la serenità;
  2. quelle che ci provocano dispiacere e sofferenza, come la tristezza, la rabbia, la paura e l’ansia.

Entrambe le tipologie di emozione hanno un ruolo importante:

le prime possono aumentare la nostra creatività e le nostre prestazioni;

le seconde, invece, possono aiutarci a proteggerci da pericoli e minacce ma anche motivarci a cambiare o a migliorare la nostra situazione.

Il coaching è utile ad elaborare le emozioni che ci provocano dispiacere e vorremmo evitare, che non sono però fonte di disagio profondo, cronico e ricorrente, dettato da traumi passati che impediscono lo svolgimento delle proprie attività professionali o di vita quotidiana, perché in tal caso è consigliabile rivolgersi alla psicoterapia.

Essenzialmente, le emozioni che provocano dispiacere sono impulsi ad agire di cui ci ha dotato l’evoluzione per gestire in tempo reale le emergenze della vita, per prepararsi e adattarsi. Tuttavia nelle nostre normali interazioni quotidiane non sempre i segnali di emergenza percepiti significano dover affrontare un pericolo imminente nella realtà concreta.

Dal punto di vista fisiologico, solitamente, un’emozione sorge prima che la persona ne sia conscia e si manifesta in reazione ad un evento, con diversi segnali fisiologici, gradi e intensità di stati emotivi.

Alcuni segnali fisiologici che precedono un’emozione possono essere: eccitazione, calore corporeo, variazione del respiro, segnali non verbali del viso e della voce etc…

Emozioni e pensieri: dalla reazione all’ elaborazione

Infografica con passaggi per elaborare le emozioni
Infografica by Elsa Ramunno

Se è vero che non si può scegliere il momento e quali emozioni provare rispetto a un determinato evento, è altresì vero che è possibile scegliere come pensare e come reagire.

Al manifestarsi dei segnali fisiologici che anticipano l’emozione, si può imparare a “ricalibrare” e controbilanciare la reazione di impulso per mezzo del ragionamento.

Questo permette di avviare considerazioni e pensieri più costruttivi, che diano vita a piani d’azione e comportamenti maggiormente vantaggiosi.

Ma come fare tutto questo?


E’ possibile con l’aiuto di un coach che nel percorso di coaching accompagna nei diversi passaggi per riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni ed i segnali che le anticipano.

Riconoscere emozioni e pensieri: i diversi stati della paura

Il primo passo per affrontare emozioni e pensieri in modo sano è riconoscerli. Di fronte a un’emozione una cosa utile da fare è descriverla correttamente e in modo equilibrato, senza ingigantirla ma neanche sminuirla o ignorarla.

Un’emozione può manifestarsi in diversi stati emotivi, dal meno intenso al più intenso. Quelli ad esempio di un’emozione come la paura si configurano così:

(- – – – ) Apprensione (anticipazione di un pericolo probabile)

|  Trepidazione/tensione

| Ansietà

|  Timore (anticipazione di un grave pericolo)

|  Disperazione (sensazione di incapacità di ridurre un pericolo)

| Panico (una fase conseguente alla disperazione)

|  Orrore (un mix di paura e disgusto)

(+ + + +) Terrore (la paura più intensa)

Nel momento in cui si prova a descrivere ciò che si prova, dire “sono in apprensione”, “sono in ansia” oppure ho il terrore di” non è esattamente la stessa cosa e per questo è importante imparare a riconoscere e descrivere in modo preciso ciò che realmente si sta provando, con maggiore sensibilità e attenzione ai diversi segnali fisiologici.

Definire correttamente l’emozione che si sta provando, oltre che “concedersi” di ascoltarla nelle sue sfumature, può aiutare a superarne l’intensità.

Allenarsi ad ascoltare l’emozione quando ci provoca dispiacere e tensione è una pratica che si può imparare a fare nella quotidianità.

Ogni volta che si percepisce un cambio di energia che ha bisogno di essere rilasciata (= segnale fisiologico) o tensione nel proprio corpo che anticipa la paura, si deve fare lo sforzo di richiamare parole che trasmettono sensazioni positive e attingere a queste, insieme al proprio respiro, per liberarsi di tali tensioni.

Tali parole sono ad esempio “calma” e “coraggio” oppure “attenzione” e “curiosità”. Distogliere l’attenzione attraverso il pensiero aiuta a liberare e portare fuori l’energia e, ritrovata la calma, a individuare alternative per sperimentare sensazioni più utili e positive.

Descrivere e comprendere le proprie emozioni e pensieri 

Le neuroscienze hanno dimostrato che le emozioni percorrono strade nel cervello già tracciate in passato ed impresse nella memoria. Il cervello non è capace di mettere in discussione i propri pensieri perché ama e tende a riconfermare ciò che già sa ed ha già sperimentato.

Accade spesso infatti che la memoria emozionale si riproponga nel presente con le stesse reazioni del passato e, quando la valutazione è rapida ed automatica, può accadere di non rendersi conto che le cose possono in realtà essere diverse e non costituire la stessa minaccia del passato.

In realtà ogni situazione rappresenta un caso a sé ed esistono soluzioni diverse in ogni rinnovato contesto.

Interrogare l’emozione nel momento in cui si presenta significa riconoscerla nel momento in cui la si sta provando e capire che tipo di messaggio ci sta inviando, per poi individuare la migliore strategia per affrontarla.

Una volta raggiunta la comprensione e consapevolezza delle proprie emozioni, ci si può esercitare a controllare la propria interpretazione delle cose, in modo positivo e a proprio vantaggio.

Pensieri ed emozioni nel cambio di prospettiva del coaching

Per affrontare emozioni e pensieri in modo costruttivo, una volta compreso come si sviluppano, con il coaching è possibile individuare strategie per gestirle in modo efficace.

Questo avviene spostando l’attenzione dall’area della difficoltà, in apparenza senza uscita, all’area della possibilità di un maggior controllo e margine di azione nel presente e nel futuro.

Una delle caratteristiche principali del coaching è quella di focalizzarsi sul miglioramento nel presente per procedere con quanto appreso nel futuro.

Solitamente in una sessione di Coaching è possibile avviare ragionamenti sulla modalità con cui alcuni pensieri nascono.

Così è possibile, da una parte affrontare quelli limitanti o dettati da pregiudizi che non aiutano a superare le difficoltà e dall’altra facilitare invece quelli funzionali all’avvio di azioni più utili e costruttive.

L’esplorazione delle emozioni ed i segnali con cui queste si manifestano costituiscono una parte importante di un percorso di Coaching.

Nel caso di emozioni che provocano dispiacere e sofferenza, si tratta di prendere atto di come si manifestano per cercare soluzioni senza indulgere in pensieri improduttivi.

Le domande di coaching poste dall’esterno riescono a restituire e far intuire significati logici diversi del ragionamento e in tal modo a stimolare risposte alternative. Ciò che rende efficace il processo è la restituzione da parte del coach e il successivo ragionamento.
L’ approccio di coaching fa emergere spunti che portano a cambiare la conversazione e arrivare così a nuove, diverse soluzioni.

Nuvolette sparse nel cielo
Photo by Elsa Ramunno

Una massima popolare recita

le nuvole delle emozioni sono passeggere, ma il cielo della vita è sempre blu”.

Il cielo della vita è sempre blu, anche se le nuvole delle emozioni possono oscurarlo per un pò.

Le emozioni, anche quelle spiacevoli e scomode, sono transitorie. Arrivano e se ne vanno ma in questo si può provare ad assumere un atteggiamento proattivo e ragionato.

Conclusioni: come il Coaching affronta emozioni e pensieri

Il Coaching, tra esperienza passata e futura, aiuta a riportare l’attenzione sul presente, interrompere il flusso dei pensieri automatici e a riprendere il contatto sul qui e ora.

Attraverso le risposte che emergono nel dialogo sugli aspetti legati alle emozioni e la restituzione, come uno specchio da parte del coach, avviene il cambio di prospettiva utile a rimettere in equilibrio lo stato d’animo del momento.

Allenare la capacità di identificare le proprie e altrui emozioni, e utilizzare in modo consapevole quelle individuali, è importante.

In questo modo ci si mette nella condizione di scegliere come reagire e come pensare senza lasciarsi trasportare da reazioni automatiche in risposta agli eventi. 

Inoltre, poiché le emozioni sono contagiose è bene essere consapevoli che possono sia facilitare le relazioni con le altre persone ed anche influenzarle negativamente. Questo è dunque un motivo aggiuntivo per imparare a riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni.

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Per approfondimenti leggi anche il mio articolo sulla consapevolezza

Consapevolezza di sé: cos’è, come si sviluppa e come può aiutare a raggiungere il benessere

ULTERIORI RISORSE DI APPROFONDIMENTO SULLE EMOZIONI

Leggi l’articolo (in italiano) della Mindful Coach Hélène Chaperon

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Susan David, The gift and power of emotional courage