Welfare aziendale e wellbeing

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Welfare aziendale e wellbeing

L’attivazione di misure di welfare aziendale e wellbeing al lavoro che favoriscano l’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata dei collaboratori è un modo in cui l’azienda può comunicare il proprio ascolto delle esigenze interne all’organizzazione, la propria attenzione al benessere delle persone e, più in generale, una sensibilità verso una migliore qualità di vita.

Nuove misure di welfare aziendale

Diverse misure di welfare aziendale

Uno dei dati emersi nel VII Rapporto Censis-Eudaimon su “Il welfare aziendale e la sfida dei nuovi valori del lavoro” pubblicato il 21 febbraio 2024, indica che nelle aziende, l’89,2% dei lavoratori, in modo trasversale rispetto a collocazione professionale, genere, età e titolo di studio, condivide il desiderio di essere ascoltato, preso in considerazione e riconosciuto.

Una percentuale elevata che indica la presenza di un diffuso e generalizzato malessere su cui sarebbe bene provare a soffermarsi per adottare delle contromisure con programmi e piani di miglioramento specifici.

Il primo passo per elaborare programmi di wellbeing e welfare aziendale che esprimano tale ascolto e attenzione è rilevare le esigenze e le aspettative dei dipendenti, attraverso sondaggi, interviste o gruppi di discussione.

Successivamente , le misure adottate dall’azienda attraverso le proprie politiche di welfare dovrebbero rispecchiare il modo in cui l’azienda intende mettere i collaboratori nelle condizioni di dare il meglio di sé.

Il VII Rapporto Censis-Eudaimon evidenzia anche come la cosa più importante per le persone sia liberare tempo di lavoro da dedicare ad altre attività per ottenere un maggiore equilibrio tra vita lavorativa e vita provata.

E’ dunque su questo, innanzi tutto, che l’azienda dovrebbe agire per trattenere e motivare le persone al lavoro.

Quale equilibrio vita lavorativa e vita privata possibile in azienda

L’equilibrio vita lavorativa e vita privata in azienda chiama in causa un attento avvio di processi dell’organizzazione che favoriscano il lavoro di qualità invece che di quantità e diminuiscano gli sprechi, anche di tempo, in attività improduttive e poco utili.

Significa organizzare il lavoro non per lavorare meno bensì per lavorare meglio. Significa liberare tempo da dedicare a ciò che meglio soddisfa le proprie necessità cercando di integrare, invece di escludere.

Soltanto di recente alcune aziende hanno iniziato a testare modelli organizzativi differenti e a proporre politiche per favorire l’equilibrio vita-lavoro dei propri collaboratori, distribuendo i carichi di lavoro in modo diverso, aumentando le ore di lavoro giornaliere per ottimizzare il tempo, facendo ricorso alla polivalenza e condivisione di attività e processi di lavoro.

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Wellbeing aziendale: modifiche organizzative nell’uso del tempo

Alcune grandi aziende italiane stanno di recente sperimentando alcune modifiche all’organizzazione del tempo di lavoro e queste riguardano:

  • la flessibilità oraria, con la possibilità di scegliere l’orario di inizio e fine lavoro, compatibilmente con le esigenze aziendali;
  • lo smartworking (lavoro agile), con strumenti necessari per lavorare da remoto in modo efficace in tutto o in parte, e con il diritto alla disconnessione in cui non essere tenuti a rispondere a email o telefonate di lavoro;
  • i congedi parentali retribuiti più lunghi di quelli previsti dalla legge e/o la possibilità di usufruire di congedi flessibili, ad esempio per accudire un familiare malato;
  • la suddivisione del tempo di lavoro su 4 giorni invece che 5;
  • l’organizzazione di turni e team di lavoro con la rotazione periodica dei dipendenti tra diverse posizioni o compiti, per prediligere un’ampia acquisizione di competenze ed assicurare la continuità nello svolgimento del lavoro a prescindere dalla presenza della specifica risorsa.

Wellbeing e coaching per il lavoro

Tra le misure riguardanti specificatamente il wellbeing aziendale e il supporto alle problematiche nell’ambiente di lavoro rientra anche l’attività di coaching individuale e di team.

L’attività di coaching come misura di sviluppo, supporto e accompagnamento riguarda tematiche come:

  • la comunicazione, la collaborazione e la coesione nei team di lavoro,
  • l’organizzazione e coordinamento dei collaboratori nel team
  • lo sviluppo di competenze e crescita nel ruolo,
  • la disposizione alla presa di decisione,
  • la facilitazione di cambiamenti e transizioni, anche nel caso di reinserimento delle lavoratrici dopo la maternità o la comunicazione tra generazioni.

Welfare aziendale e tipologie di benefit personalizzabili per il wellbeing individuale

L’avvio di un piano welfare non può essere improvvisato e vi sono diversi punti di attenzione da considerare.

Ad esempio, vanno stabiliti modalità di comunicazione e un budget in riferimento ai servizi di benefit da scegliere, il numero di dipendenti e il livello di partecipazione previsto.

Va inoltre definita la gestione degli aspetti amministrativi fiscali e contributivi, e quelli di eventuale compartecipazione dei dipendenti.

I servizi welfare maggiormente attivati per i collaboratori nel passato riguardavano: asili nido e palestre aziendali, la promozione di iniziative per la salute e il benessere o altri programmi di sensibilizzazione, e piani sanitari.

Tuttavia oggi, grazie anche a specifiche normative fiscali e una maggiore comunicazione da parte delle società specializzate in welfare aziendale, si stanno inoltre sempre più diffondendo le iniziative riguardanti i flexible benefits, cioè il denaro virtuale in forma di servizi e prestazioni che fungono da strumenti di sostegno al reddito.

Come dimostrano i dati riportati in tabella tratta dall’indagine precedentemente citata, si sta diffondendo sempre più la necessità di avviare misure di welfare maggiormente flessibili e personalizzate sulle necessità specifiche dei collaboratori.

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Questi dati sottolineano come non solo la presenza ma anche la personalizzazione delle misure welfare costituiscono un elemento rilevante nel coinvolgimento e attrazione dei collaboratori.

Conclusione: anche il welfare aziendale è un investimento strategico

In conclusione, l’equilibrio vita-lavoro è un fattore sempre più importante che porta benefici sia a livello individuale che aziendale.

Avviare le misure di welfare aziendale e wellbeing richiede attenta valutazione di risorse finanziarie ed anche organizzative senza dimenticare che l’attenzione alla presenza di queste misure aziendali è sempre più alta ed apprezzata dai collaboratori più giovani nel valutare l’interesse per un’azienda. Questo è un segnale di una transizione socio-culturale decisiva in atto, da non trascurare.

Anche dai dati rilevati attraverso il VII Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale è ormai chiaro che l’adozione di politiche che favoriscono l’equilibrio vita lavorativa e vita privata non rappresenta solo una necessità ma porta benefici alle aziende in quanto i collaboratori sono più concentrati, motivati e produttivi, con un impatto su tasso di turnover e produttività.

E dunque welfare e wellbeing sono investimenti strategici per il coinvolgimento e l’ingaggio dei collaboratori.

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